Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
Soltanto se ci si abitua a essere pazienti e tolleranti, si è in grado di amare e rispettare il partner
La cosa più sbagliata è ribattere colpo su colpo.
Le relazioni spesso finiscono perché ciascun partner vuole più di quello che l’altro è in grado di dargli.
“Caro Pasquale, oggi ho nuove domande nate da molte riflessioni che mi hai aiutato a fare.
Perché più si soffre per il partner e più pensiamo di amarlo? E perché quando si trova sollievo dal dolore, si crede di non amare poi così tanto?
Interessante quello che dice Antonella, che se troviamo equilibrio dentro di noi, poi riusciamo ad essere mogli, mamme ed amiche.
Mi viene ora da pensare, ma gli uomini, i mariti che ruolo hanno nella relazione? Come dovrebbero essere loro per aiutarci ad essere meno stressanti e più gentili?
Da quello che ho capito sembrerebbe che per il buon andamento di un matrimonio, la donna ne sarebbe responsabile almeno l’80%. Pasquale correggimi se sbaglio, ho voluto aprire il mio cuore a beneficio mio e di tutti quelli che leggeranno. A presto”. (Da un commento sul blog).
Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
Cara amica, è una caratteristica universale desiderare tutto ciò che non si può avere subito, salvo poi metterlo da parte (in soffitta o in cantina) appena si è ottenuta.
Analogamente, il vestito che era bellissimo in vetrina, una volta riposto nell’armadio perde il suo fascino; e la donna pur avendo un armadio strapieno di abiti, la mattina non sa cosa mettersi, non perché non sa scegliere, ma perché vorrebbe un altro vestito nuovo…
L’amore romantico obbedisce a regole irrazionali.
Se l’innamorato dice sempre sì, scade di valore agli occhi dell’amata, mentre se è misterioso e imprevedibile, le appare affascinante e lei si innamora alla follia.
Ecco perché quando la donna soffre per un dispiacere d’amore, crede di amare di più il partner, e quando il pericolo è scomparso, pensa di amarlo di meno.
Gli uomini non sono da meno e s’innamorano follemente quando trovano ostacoli, mentre se è tutto facile, si disamorano rapidamente.
Nel mio articolo “Sono gli elettroni a farci innamorare?” scrivevo che: “L’attrazione è fortissima all’inizio, quando i due partner si conoscono poco o niente, ma non regge all’usura del tempo. M’innamoro perché vedo una persona attraente, cioè una donna (o un uomo) che mi ‘resiste’, letteralmente non cade facilmente nelle mie ‘orbite’ e perciò mi fa sognare e spasimare. Eppure, se la stessa identica persona cadesse subito nelle mie braccia, perderebbe immediatamente il suo potere attrattivo e seducente, come ben sanno per istinto e per esperienza tutte le donne”!
Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
Tutti andiamo pazzi per le cose che non abbiamo, per ciò che perdiamo e ciò che ci portano via.
Persino un oggettino di scarso valore buttato in cantina, ridiventa di pregio – è un fatto affettivo, si dice… – se qualcuno ce lo chiede o ce lo rubano.
Capirai che si tratta di comportamenti senza logica, ossia irrazionali, perché se un giovane avesse un comportamento razionale dovrebbe mandare a quel paese la ragazza che gli ha detto no o che lo ha lasciato e cercarsene subito un’altra.
E invece l’innamorato respinto pensa sempre a lei e a lei soltanto, la mette su un piedistallo, e lei diventa più bella e più vergine della madonna…!
Anche per la donna è la stessa cosa. S’innamora dell’uomo misterioso, irraggiungibile, il playboy frivolo e senza prospettive.
Romeo e Giulietta s’innamorarono perdutamente a causa degli ostacoli, dei contrasti tra le loro famiglie, ma se Romeo avesse posseduto anche una sola volta Giulietta, le cose sarebbero andate diversamente…
Se il maschio ha raggiunto l’obbiettivo del suo corteggiamento, ossia possedere la partner, poi la domina incontrastato perché lei scende automaticamente dal piedistallo, cioè non viene più considerata bellissima e senza difetti: lui la tratterà con distacco, fino a quando non avrà di nuovo bisogno di lei…
Quando l’uomo è carico di testosterone è sempre gentile e premuroso, ma una volta esaurito l’effetto dell’ormone, ritorna ad essere disincantato se non proprio poco rispettoso.
Ecco perché la partner dovrebbe saper dosare i suoi “favori”, anziché essere lei stessa a cercare il partner.
Le leggi dell’attrazione erotica non sono mai cambiate dalla notte dei tempi e sono leggi irrazionali, illogiche, apparentemente senza senso, fatte apposte per costringere il maschio a cercare la femmina per accoppiarsi con lei e perpetuare la specie.
Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
I guai arrivano perché l’uomo (salvo rare eccezioni) è promiscuo per natura, mentre la cultura imperante e la mentalità stessa della donna impegnata le impone la monogamia.
Ma questo è un altro discorso… Il bisogno di varietà culturalmente è permesso soltanto con il cibo, i vestiti, il look e le canzoni…
Mi chiedi poi “che ruolo hanno i mariti nella relazione”. E ancora: “la donna è davvero responsabile dell’andamento del matrimonio?”
L’atteggiamento più distruttivo, in generale, è quello di lamentarsi, ingiuriare e criticare continuamente il partner.
Le donne spesso sono esasperanti con le loro rimostranze e scatenano l’aggressività dell’uomo.
Mettiamoci in testa che l’uomo è molto diverso dalla donna.
Sembra quasi che la donna cerchi inconsciamente la prova che ha sposato un mostro, che ha sbagliato tutto, forse perché (sempre inconsciamente) c’è sullo sfondo della sua mente l’immagine idilliaca del principe azzurro, o meglio del padre/eroe della sua prima infanzia.
Pertanto, qualunque uomo si ritrovi al suo fianco, anche l’uomo ideale, ben presto la moglie si accorge che il marito non somiglia per niente al suo eroe immaginario…
Ed ecco le sue lamentele, i piagnistei, le critiche continue, i risentimenti, tutte cose che non cambiano il marito ma lo esasperano soltanto.
Le troppe aspettative della donna vagheggiate nei riguardi del compagno, confrontate con la dura routine della vita a due, fanno naufragare i matrimoni.
Un matrimonio per durare non dovrebbe basarsi sulle pretese, ma su un solido progetto di vita insieme tra i due partner.
Purtroppo i problemi nella coppia, specialmente se ci sono figli, crescono come i funghi.
La realtà è che nessuno dei due partner è perfetto.
Le relazioni finiscono perché ciascun partner vuole più di quello che l’altro è in grado di dargli.
Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
Bisogna ridurre le pretese e accettarsi per come siamo, continuando a volersi bene anche quando si discute a voce alta, anche quando si è in disaccordo e anche quando si riceve un torto o una scortesia. Occorre saper accettare e integrare il parere del partner e arricchirsi in consapevolezza.
Non è l’offesa del momento che conta, ma il comportamento complessivo che, come il conto corrente, non dovrebbe mai essere in rosso.
Occorre concentrarsi sui pregi del partner e non sui difetti, altrimenti questi ultimi s’ingigantiscono mentre i pregi scompaiono.
La vita è fatta di continui ostacoli da superare e farlo in due è più facile, ma se si è sempre in disaccordo, viene meno il perno fondamentale che unisce la coppia nel matrimonio: la collaborazione reciproca.
Anche se non è facile essere sempre d’accordo, non deve mai venir meno la collaborazione che nasce dalla fiducia e dal rispetto reciproco.
Se manca la collaborazione c’è contrasto, contrapposizione, rivalsa, battaglie. Quindi, partendo dall’ovvia considerazione dell’obbligo reciproco di collaborazione, a volte deve cedere l’uomo, a volte deve cedere la donna.
Ma se nessuno cede… la coppia scoppia.
Non a caso la virtù più grande è la pazienza: senza pazienza non c’è né tolleranza, né flessibilità, né compassione, né buon senso, né amore e tutto va a catafascio.
Il segreto per vivere bene, in generale, sta nel non reagire di scatto alle provocazioni, anche perché sono spesso presunte. Quando si innesca il meccanismo del botta e risposta non si vive più in pace.
Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
Chi ha più pazienza e buon senso, la donna o l’uomo?
Ovviamente è la donna, che dovrebbe cedere di più e per prima perché l’uomo in genere è più irrazionale, rabbioso, egoista e irresponsabile della donna, altrimenti il matrimonio si sfascia rapidamente.
L’uomo è meno riflessivo, più istintivo e iroso e si accorge soltanto dopo dei suoi sbagli.
Se il conscio non collabora con l’inconscio o viceversa c’è il caos. E se i due partner non collaborano e si fanno la guerra, arriva la separazione.
Se alla moglie non conviene la separazione o ne ha paura, deve essere meno caparbia e cedere lei per prima; se non conviene all’uomo, deve essere meno aggressivo e cedere lui per primo.
La cosa più grave, più stupida e irrazionale è non volerla dare per vinta al partner e ribattere colpo su colpo: ecco la vera causa del dilagare delle separazioni. Le ripicche fanno male a entrambi.
Insomma, il matrimonio dura solo se almeno uno dei due partner ha sufficiente capacità di sopportazione, pazienza, calma e buon senso e ha a cuore il valore più importante: la famiglia!
E di pazienza e sopportazione ce ne vuole veramente tanta soprattutto quando il partner prende una sbandata e s’innamora di un altro(a)!
Più soffri per il partner, più pensi di amarlo
La verità è anche che ogni partner porta i suoi problemi irrisolti nella vita di coppia e perciò, ogni volta che si sente giù per un motivo qualsiasi, se la prende con l’altro.
La regola delle tre “A” non dovrebbe essere mai dimenticata: Accettarsi, Approvarsi, Amarsi nonostante tutto.
Soltanto se ci si abitua alla calma, alla pazienza e alla tolleranza, si è in grado di amare e rispettare il partner e vivere una vita serena e appagante sotto tutti i punti vista.
Insomma, la vita a due è difficilissima essendo piena di sorprese sgradite, delusioni e incomprensioni, fattori che bisognerebbe dare per scontati già prima di inginocchiarsi davanti all’altare!
Ma sappi anche che l’amore è come il fuoco: se smetti di mettere legna, il fuoco si spegne. Per essere amato(a) dal tuo partner devi amarlo senza pretese, cioè senza aspettarti nulla in cambio del tuo amore.
Se sei capace di amarla o amarlo a prescindere, il suo amore rifiorirà più forte di prima!
Buongiorno Pasquale,
Ho riletto il suo articolo e ammetto, è veramente un crogiuolo di informazioni e spunti di riflessione.
Quello che dice sull’equilibrio dellacoppia è sacrosanto, essere allenati alla tolleranza e all’amore incondizionato rimane il fulcro di un cammino di crescita prima di tutto personale e poi di coppia, ma anche di scambio con il mondo e la società, di importanza fondamentale.
La “legge di attrazione” che lei cita, la dove i soggetti si sentono attratti da individui che al di la delle loro caratteristiche, li pongono in situazioni di un certo tipo, facendoli sentire in un certo modo, torna in modo matematico. Le situazioni “pericolose o difficoltose” che ci piacciono tanto, le persone sfuggenti, le montagne da scalare, le prede difficili o i maschi un pò maledetti….
non posso fare a meno di accostare questa dinamica di innamoramento e di attrazione a casi “limite” che oggi si possono ritrovare descritti sulla rete.
La famosa attrazione tra chi è tendenzialmente dipendente e chi è tendenzialmente narcisista.
Non sto a descrivere le due tipologie di personalità percchè la rete è piena di queste descrizioni.
La cosa che balza agli occhi è lo schema di attrazione che queste due personalità hanno. E’ del tutto simile a quelli che lei descrive per tutti i tipi di persone, compreso quelle “sane” se di sanità o normalità si può parlare, soprattutto in dinamiche amorose, dove l’irrazionalità dilaga soprattutto per motivi naturali e biologici.
Anche queste due personalità finiscono spesso, se non sempre a fare coppia. Perchè si attraggono specularmente in modo fortissimo.
E come tutti, finiscono per avere i “problemi” di coppia che tutti poi lamentano.
La differenza di fondo è che, e questo ce lo dice la comunità scientifica di coloro che osservano e cercano di aiutare coppie o singoli che si trovano in queste dinamiche, per queste due personalità che tanto si attraggono, pare non ci sia soluzione.
Poco importa cercare di diventare pazienti, tolleranti e essere amorevoli incondizionatamente.
Di solito è il dipendente che sviluppa questa volontà di migliorarsi.
Il narciso, per definizione è parfetto così come è. Manipolatore inconsapevole, distruttore di persone e di rapporti, nella sua declinazione più estrema. Non sentirà mai la voglia di fare analisi, o di mettersi in gioco.
quindi, se il dipendente sale di grado e di consapevolezza, osserva colui o colei che ha accanto e scappa. Oppure, se non acquista consapevolezza, rimane, cerca di parare i colpi distruttivi del narciso, e lo fa con pazienza, con amorevolezza, con passione, con sensi di colpa… Può tentare di mascherare la sua dipendenza con mille azioni, che di base non hanno un amore solido incondizionato, per se stesso o per l’altro. E’ dipendenza e si nasconde anche essa dietro parole e azioni che sembrano altro.
Un gioco perverso.
Ora mi chiedo se, le persone che abitano il nostro bel paese e hanno la nostra cultura di base, hanno la capacità di accorgersi di quanto noi, per cultura, siamo allenati a entrare in questi giochi di dipendenza/ narcisismo.
Perchè, visto dall’alto, lo schema che queste due tipologie di atteggiamento verso la vita hanno, è uno schema che a mio avviso, per cultura, è espanso e insegnato su vari livelli. E si attua a vari livelli di rapporti umani. Lavoro, educazione, amicizia, rapporto con le cose, con la natura. Per dare poi i maggiori problemi sul piano della coppia.
Cosa ne pensate?
Grazie.
Gli opposti si attraggono come i poli opposti di una calamita, quindi non c’è da meravigliarsi che i dipendenti abbiano tanto bisogno dei narcisisti.
Tuttavia, come tutte le coppie, opposte o ordinarie, il matrimonio deve vedersela con una legge naturale nemica e universale che decima o indebolisce inesorabilmente la quasi totalità delle unioni.
Il sesso che è il fattore unificante della coppia, ha bisogno di due fattori per rinnovarsi: il nuovo e il proibito che scompaiono rapidamente persino nelle convivenze…
A maggior ragione se ci sono di mezzo i narcisisti!
Grazie per l’articolo, molto chiaro e illuminante.
La riflessione che ne scaturisce mi porta a chiedermi : come fare a integrare le “leggi naturali” del rapporto uomo donna con tutta la cultura che oggi ci circonda?
L’innamoramento e l’attrazione, l’impulso iniziale e il corteggiamento, la creazione della prole e il mantenimento del nucleo familiare e quindi del rapporto uomo donna possono essere visti come spinte primordiali, sono sempre esistite dalla notte dei tempi. E lo si può affrmare sulla base di un dato reale. Oggi noi esistiamo, e se questi atteggiamenti non fossero “naturali” e insiti nel nostro dna, l’umanità si sarebbe estinta al giorno 2. Forse il giorno in cui Adamo ed Eva, fatti gli opportuni calcoli, e immaginati tutti i milioni di problemi insiti nelle coppie e nella gestione dei figli avessero deciso di restare single. Ma ciò non è accaduto… Meglio per noi.
Oltre al fatto biologico naturale, che evidenzia come attrazione e unione siano in primis delle forze “atomiche” e quindi incontrollabili, tutta la serie di passaggi sopra descritti sono anche passati al vaglio della cultura del tempo.
La cultura non è un fatto atomico. E’ di per se una componente umana, razionale, mutevole nel tempo, e da noi uomini. E solo a noi esseri dotati di coscienza, è data la capacità di danzare l’eterno ballo delle relazioni, con musiche diverse e ritmi mutevoli.
Se la prima espressione umana. l’uomo delle caverne, lo possiamo immaginare a ballare la danza delle relazioni con un ritmo “rock” o tribale, le successive manifestazioni umane delle varie epoche le possiamo immaginare che ballano la stessa danza naturale a ritmo di musiche celtiche, o quelle dei menestrelli delle corti medioevali, per poi passare a minuetti o musiche liriche, fino alla nostra epoca. Epoca che pare balli una danza psichedelica, con musiche disco ipnotiche a volte fatte da ritmi ridondanti simili a certe musiche da rave party…. Alternate da lamentazioni alla Emma Marrone o slanci più o meno ammiccanti stile Vasvco Rossi e compagnia bella.
La musica esprima da sempre la componente culturale dell’uomo del tempo. E ascoltando la radio in questa epoca e osservando come “l’amore” viene cantato, sinceramente, spesso, mi cascano… le braccia, per dirla in modo poco triviale.
Che ne pensate?
PS.
Non è che tutti i “problemi” che nascono nelle coppie e che sovvertono il naturale equilibrio di “coppia a tomica” e stabile nella sua attrazione di opposti, alla fine ce li creiamo noi solo perchè siamo ancora degli… Ignoranti musicali?
Un saluto.
Sicuramente siamo ancora degli ignoranti, in senso generale e singolarmente presi.
Ma i problemi delle coppie sono del tutto naturali perché sono proprio i problemi la caratteristica principale della vita di relazione, e chi non li sa risolvere, ovviamente non si trova bene.
Nella coppia i problemi scoppiano perché i protagonisti sono due e amano musiche e canzoni diverse.
Pertanto non è per niente facile metterli d’accordo, soprattutto perché l’attrazione erotica, che è il fattore unificante o rappacificante, in genere tende a diminuire rapidamente…
Grazie del commento
Tutto saggiamente vero Pasquale!
lo dico da donna sposata e comunque molto corteggiata dagli altri uomini.
Non aggiungerei né cambierei una sola parola di quanto hai scritto.
Se non che comunque avevo già acquisito la consapevolezza di quanto hai scritto, e infatti, con astuzia femminile mi comporto in maniera per cui sono sempre desiderata emanata sia dal marito che dagli uomini in generale
RITA sei grandiosa!
un bacione
Penso che questo articolo aiuti molto non solo nella vita di coppia ma nella vita in generale, in altre parole significa anche che essere troppo bravi si finisce per passare per fessi, non solo davanti alla propria moglie ma anche davanti agli altri, quindi ancora una volta grazie a Pasquale per la sua grande capacità di analisi e trasmetter la a chi ne fa tesoro.
Un caro saluto Antonio
Carissimo Antonio,
“essere troppo bravi si finisce per passare per fessi”. Ognuno vi legge quello che più sente. Ma come darti torto!
un abbraccio
Davvero utile.mi è Piaciuto molto
Grazie Carla per questo feedback!