COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Il successo personale non assicura automaticamente la soddisfazione
Il cervello va dove portiamo la nostra attenzione e non lascia mai niente di incompiuto
La serenità dipende da come immagini il tuo futuro ed è sempre sfuggente
Corri e ringiovanisci
“Pasquale, tu dici che per controllare la nostra mente bisogna studiare, applicarsi, avere la mente aperta e lanciarsi nello studio e nell’azione. Bene, guarda che la storia è piena invece di persone insigni e geniali, con un’intelligenza e cultura superiore, profonda e aperta in ogni campo, con un’attività frenetica, con riconoscimenti ufficiali ad alto livello e che nonostante tutto ciò non erano del tutto felici, per non dire infelici.
Mi viene in mente Michelangelo che era costantemente inquieto, Leopardi che aveva letto intere biblioteche, con riconoscimenti nazionali per la sua arte, eppure era disperato e poi il comico Totò, molti filosofi esistenzialisti, molti poeti, pittori instancabili super riconosciuti dal pubblico a livello mondiale, fisici che si sono suicidati e persino insigni psichiatri e psicologi!
Anch’io ho due lauree, ho letto e leggo tantissimo, ho molti interessi, amo i miei familiari sinceramente e intensamente e loro adorano me, svolgo una professione nobilissima che mi fornisce anche buoni proventi, eppure per lunghi periodi provo un senso di profonda tristezza, di solitudine e disperato non senso per la vita. Dunque, perché manca la serenità pur avendo praticamente tutto?” (Lettera firmata)
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Effettivamente, ci sono tantissime persone talentuose e intelligentissime che hanno ottenuto tutto dalla vita, che sono all’apice del successo e ne sono pienamente coscienti, eppure anziché goderne e sentirsi appagate, hanno una forte inquietudine interiore, una tremenda tristezza.
Tanti geni e personaggi famosi e di successo sono caduti vittime di sregolatezze di vario genere – pensa a Diego A. Maradona, Mike Tyson, Elvis Presley, Michael Jackson, Whitney Houston, Robbie Williams, Marco Pantani, ecc. – come la tossicodipendenza, la delinquenza o il suicidio.
Leggendo le biografie di tanti illustri personaggi, anche religiosi, filosofi e psicologi, persino di Sigmund Freud che è stato il fondatore della psicanalisi, veniamo a sapere che hanno sofferto di una forma più o meno grave di depressione.
Quindi, è assodato che il successo personale non assicura automaticamente la gioia e la soddisfazione!
E dunque, perché a tanta gente manca la serenità? Se la famiglia, gli affetti, lo stato di salute, la sicurezza economica sono assicurati e fuori discussione, che cosa scatena la scontentezza e il vuoto interiore?
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Non è facile rispondere a questa domanda. Quindi ci proverò, e saranno i lettori a darmi il feedback.
Come si alterna il giorno con la notte e l’estate con l’inverno, così ogni essere umano, dal più potente al più miserabile, dal più colto al più ignorante, dal plurilaureato all’analfabeta, tutti quanti vanno soggetti alla legge dell’alternanza, ossia a momenti belli e a momenti brutti.
Quindi, non c’è assolutamente niente di strano che persino i colossi della psicanalisi quali Freud e Jung e della spiritualità quali il Dalai lama e il papa, possano avere periodi più o meno lunghi e frequenti di depressione.
Cadere e farsi male o attraversare momenti brutti è un fatto normale, una cosa che capita a tutti, a prescindere dal proprio status. Ma c’è chi riesce a rialzarsi abbastanza presto e chi invece resta impigliato nella depressione.
Perché alcuni si rialzano velocemente e altri no? Tutto dipende dal proprio atteggiamento mentale.
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Il nostro cervello, o meglio il nostro inconscio -cioè l’emisfero destro del cervello- è uno scansafatiche. Quindi, se non lo alleni, ti frega!
Se non impari a ballare, se non impari a muoverti armoniosamente, e se non ti alleni per un periodo sufficientemente lungo, non ballerai mai bene.
Se l’atleta non si allena a dovere, se non si abitua a resistere allo sforzo prolungato e anche alla frustrazione, non vincerà le gare. Se una persona non è abbastanza allenata per resistere ai dispiaceri, se non accetta l’insuccesso e la crisi che ne consegue, precipita nel baratro della… depressione.
Purtroppo, quanto più restiamo amareggiati dai fallimenti, più ne arrivano altri.
Se abbiamo una visione negativa del mondo intorno a noi, vivremo soltanto situazioni negative. Ecco perché è assolutamente necessario un atteggiamento mentale di gratitudine e contentezza!
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
La tristezza serve a farci desiderare la gioia, così come una giornata di pioggia e freddo ci fa apprezzare il bel tempo. Se non ci fosse il brutto, non sapremmo riconoscere il bello.
Tutto ciò che sperimentiamo ha uno scopo preciso, tutto è necessario in un dato momento della vita e tutto va accettato.
C’è chi ha una mentalità vincente e chi invece ha una mentalità da frustrato: è questione di ottimismo e di pessimismo.
Chi concentra l’attenzione su come fuggire dal dolore, dai dispiaceri, dai fallimenti, non fa che attirare dolore, dispiaceri e fallimenti precipitando nella disperazione o nella rassegnazione. I
l cervello va dove portiamo la nostra attenzione e non lascia mai niente di incompiuto.
Chi invece si concentra sulla soluzione di un problema e la cerca facendosi le domande giuste – per esempio, come posso rimediare, come posso ottenere un risultato migliore -; chi è ottimista per natura o perché ha imparato la lezione, guarda al risultato finale anziché lamentarsi inutilmente sulla presunta stoltezza della creazione….
Probabilmente la mancanza di serenità che ci colpisce anche quando abbiamo ottenuto tutto dalla vita, o forse proprio per questo motivo, sta nell’assenza di una psicologia robusta, ossia nel non avere stabilito, molto in anticipo, lo scopo della propria vita, la propria vision e la propria mission, ossia quello che si vuole realizzare e il modo come ottenerlo.
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Una persona abbastanza resiliente e paziente, che ha imparato a sopportare il dolore e le frustrazioni mettendosi continuamente in gioco per la realizzazione della propria vision, del proprio scopo, apprende sulla propria pelle che ogni cosa ha un ciclo naturale fatto di picchi e di depressioni (come le crisi economiche).
Ossia ogni fenomeno (vitale o non vitale) ha un andamento sinusoidale. Pertanto si può riconquistare la serenità anche dopo un momento di sbandamento. Ovviamente c’è chi recupera meglio e chi no, chi si riprende prima e chi dopo, e anche chi, purtroppo, non riesce a riacquistare le energie e l’ottimismo rimanendo a lungo depresso.
Chi non accetta i momenti no della vita non fa che concentrarsi sulla negatività, sul buio, sulla notte, sulla tristezza, sulla mancanza di serenità , perde la creatività e il buon umore.
E finisce per credere alle storie tristi che si va raccontando, non riesce a comprendere la giustezza della realtà che è fatta di luce e buio, di momenti belli e di momenti brutti, alimentando la spirale dei pensieri negativi, che sono tossici, e allunga più del dovuto i periodi di tristezza nonostante non gli manchi nulla dal punto di vista materiale e affettivo.
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Per rimediare in qualche modo all’angoscia esistenziale c’è una grande risorsa: l’ottimismo. Per diventare ottimista occorre essere grati alla vita: grati per quanto possiedi, per quanto hai costruito, per quello che sei diventato, per ogni piccola cosa.
È la consapevolezza di essere cresciuto abbastanza, di essere stato capace di avere risultati importanti, di avere ormai spalle robuste sui cui contare, ossia la coscienza di sapersi tirare fuori dai guai all’occorrenza, che ci fa sentire grati verso la vita e verso se stessi e ci fa stare bene producendo pensieri positivi e fiduciosi che ci facilitano la vita.
Se non sei grato per tutte le cose belle che già hai, sei automaticamente pessimista e scontento, anche se non ti manca nulla. E nessuno può aiutarti.
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Proprio sentendoti grato alla vita e a te stesso per le tue capacità, le tue convinzioni e la sicurezza che hai saputo conquistare grazie alla costanza e alla flessibilità, riesci a superare i momenti no della vita che arrivano all’improvviso, quando meno te li aspetti.
Dunque, fatti un bell’elenco, anzi un album con tutte le cose belle che hai e che sei riuscito a costruire, di tutti i beni materiali che sei riuscito a conquistare, di tutte le cose che hai imparato e di cui sei fiero, di tutte le belle relazioni che hai, fai l’elenco di tutte le persone che ti hanno amato e che ti amano: più è lungo l’elenco, meglio è!
Quando ti senti giù, guardi il tuo album e ti tiri su. Non pensare alle cose che ancora non hai: esse arriveranno sicuramente quando le visualizzerai abbastanza, se ti farai le domande giuste per attirarle e t’impegnerai abbastanza, e soprattutto provando un forte senso di gratitudine, come se fossero già tue.
La vita è un continuo compromesso tra i nostri desideri e ciò che riusciamo a realizzare.
Non rovinarti la vita convincendoti che devi riuscirci per forza subito! Se ce la fai bene, festeggia la tua vittoria. Ma se non ce la fai, non dev’essere un problema. Non avere mai fretta, ciò che conta è la costanza e la flessibilità. Perciò ritenta, correggi i tuoi errori, desidera molto più chiaramente e intensamente e ti avvicinerai sempre più alla tua meta.
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Ricordati che se il tuo desiderio è debole, non otterrai mai nulla perché sei pronto a mollare alla prima difficoltà. E anche se il tuo desiderio è troppo forte rischi di non ottenere nulla!
Volere le cose per forza crea l’effetto contrario.
È il percorso che ci riempie la vita, che ci carica di entusiasmo e ci fa diventare persone migliori.
Durante il viaggio acquisiamo nuove capacità, nuove abilità e maggiore sicurezza e riduciamo i nostri limiti; e imparando continuamente cose nuove manteniamo giovane il nostro cervello.
Queste cose devono essere chiare a tutti. Quando giungiamo a destinazione, il viaggio è finito. E quando possiamo gridare “finalmente ce l’ho fatta”, quasi subito dopo sentirai un vuoto dentro di te perché i tuoi neuroni al momento non hanno più nulla di cui preoccuparsi, non hanno più nulla da fare o da imparare per costruire nuove sinapsi.
E quando i neuroni non hanno nulla da fare perché tu non hai più interessi e non li impegni, avviene purtroppo il processo inverso: inizia la rottura lenta e graduale delle sinapsi e arrivano le malattie degenerative come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson, ecc.
Per quanto assurdo possa sembrare ad un ragionamento superficiale, possiamo ritenere che non arrivare subito alla meta, per esempio alla pensione, come pure il ritardo nella realizzazione di un obiettivo importante, abbia non solo svantaggi, ma anche vantaggi considerevoli! E dunque non ce ne dovremmo rammaricare.
È proprio ciò che ci fa soffrire, ciò che ci tormenta, ciò che non riusciamo a ottenere subito, che ci fa crescere, migliorare e irrobustire le spalle. Naturalmente è necessario impegnarsi…
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Anche perché quando si raggiunge la meta, arriva inesorabile la delusione, a meno che non siamo già preparati!
Questo è uno dei più grandi paradossi della vita: ci si strugge dal desiderio per avere qualcosa, spesso ci si ammazza di fatica, e si resta delusi dopo esserci riusciti!
Quindi, andando al quesito del signore con due lauree, che sente un inspiegabile senso di vuoto interiore nonostante non gli manchi nulla, la spiegazione sta proprio nel fatto che la soddisfazione sta più nel percorso che alla fine del viaggio.
Il raggiungimento dell’agiatezza economica non ci rende per niente felici. Siamo più felici nel costruire il palazzo che nell’abitarci!
La delusione sarà ancora più grande se non ti sei preparato, se non avevi stabilito uno scopo da raggiungere, se non hai imparato a festeggiare per ogni piccolo successo, se non ti sei premiato ad ogni piccola vittoria, se durante il viaggio non hai imparato ad essere grato per le cose che hai apprese, create e conquistate.
E tuttavia, non sarà un dramma se avvii subito un nuovo progetto, se ti dai da fare per realizzare un nuovo obiettivo ancora più importante e più impegnativo dei precedenti, insomma procurati volontariamente nuovi… problemi e nuove esperienze con un atteggiamento di gratitudine e contentezza immaginando un futuro splendido!
È così che si costruiscono gli imperi…
I neuroni, se non sono sotto pressione, sono dispersivi: non sei tu che soffri e sei triste, ma lo è il tuo cervello…
La serenità non è mai una situazione permanente. La serenità è breve e discontinua come la felicità perché dura per l’intervallo di tempo tra il vecchio desiderio realizzato e quello nuovo che sta nascendo, è l’intermezzo tra i vecchi problemi finalmente risolti e quelli nuovi che stanno sorgendo.
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
La felicità non dipende dall’avere tutto ciò che desideriamo, e forse neanche dall’essere completi nelle tre aree della vita: lavoro/carriera, famiglia/relazioni e salute fisica/mentale.
La felicità o serenità o saggezza consiste, come dicevo, nell’essere grati per la persona che siamo diventati durante il viaggio della vita che ci ha portato alla realizzazione dei nostri progetti. Consiste nel saper gioire per i nostri progressi, per le capacità apprese, per la sicurezza conquistata e per la forza di carattere raggiunta grazie alla quale siamo in grado di resistere alle frustrazioni e ai dispiaceri della vita immaginandoci e aspirando sempre al meglio.
La serenità non è mai definitiva perché la vita è pulsazione, è alternanza tra luce e buio:.
Essa rispecchia l’alternanza tra il giorno e la notte di cui sono impregnate le cellule del nostro corpo fin dal momento della nascita, non solo nostra, ma anche di chi ci ha messo al mondo e di tutti gli ascendenti.
La vita di una persona è come un’onda che sale e che scende in continuazione.
Quando non hai più nulla da fare per te, perché sei riuscito a realizzare tutti i tuoi sogni, impegnati per aiutare i tuoi figli e nipoti ad acquisire capacità, forza di carattere e sicurezza; aiuta le persone che hanno bisogno dei tuoi consigli a fare chiarezza nella loro vita.
Insomma riempi la tua vita con i problemi… degli altri perché la vera felicità è amore.
Quanto più sei di aiuto agli altri, tanto più cresce la tua autostima e l’amore che provi per te stesso e per gli altri, e più allontani il vuoto!
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
E tuttavia, tutto ciò ancora non basta per recuperare la serenità perduta, per allontanare il vuoto interiore, per scacciare la scontentezza che ti afferra all’improvviso, a prescindere dalle tue fortune o sfortune materiali e morali, dalla tua intelligenza e dalla tua consapevolezza. Ti ricordo ancora una volta che la vita è un ciclo sinusoidale con tanti picchi e purtroppo anche tante depressioni…!
Non appena cominci a sentirti scontento, mettiti a correre, suda abbondantemente, elimina le tossine, scarica la tensione, ossigena il tuo corpo, scuoti i tuoi muscoli intorpiditi, rinforza il tuo sistema immunitario e fa’ il pieno di endorfine!
Le endorfine sono le molecole della felicità. Esse si esauriscono rapidamente quando conduciamo una vita sedentaria.
Molti rimediano al senso di scontentezza mangiando di più perché il cibo dà effettivamente un senso di euforia, ma ingrassano maledettamente e si ammalano, per cui non è quella la soluzione giusta contro la mancanza di serenità. La soluzione è la corsa a piedi o in bicicletta e il movimento fisico in genere. E naturalmente l’accettazione!
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
In poche parole, non è l’ozio dell’agiatezza che ci fa stare bene, ma la fatica del movimento e della corsa!
Il corpo soffre e muore quando si muove poco, quando non ci alleniamo, quando non facciamo esercizi fisici. I muscoli si atrofizzano e non ci eccitiamo più, non siamo più neanche in grado di fare l’amore come si deve. Per non ridurci in condizioni più o meno vegetative, dovremmo correre per tutta la vita come fa la Terra su cui viviamo che ruota in maniera forsennata anche se noi non ce ne accorgiamo,
Per ringiovanire nel corpo e nello spirito devi correre, devi muoverti molto; e per sentirti sereno, devi immaginare un futuro roseo e essere sempre grato alla vita, consapevole del fatto che i mali non vengono mai soltanto per nuocere, e neanche la mancanza di serenità…!
Forse le calamità naturali e personali servono a scuoterci dal letargo in cui viviamo, e cioè sono più utili che dannose…
COME RICONQUISTARE LA SERENITÀ
Bisogna convincersi che il bene arriva spesso attraverso il male... e non scoraggiarsi mai.
E occorre imparare ad accettare tutto, anche i momenti di tristezza senza farsene una colpa o un problema, anzi (possibilmente) ridendo e cantando!
Caro AMICO, se hai tutto, se non ti manca nulla, se sei nelle condizioni di chi dovrebbe sentirsi felicissimo, e ciononostante hai un senso di vuoto interiore, forse la causa è soltanto… un fatto fisiologico.
Quando ti senti inspiegabilmente a disagio fisicamente e/o psicologicamente, non devi fartene una colpa o provare disappunto perché è del tutto naturale. Infatti, il nostro organismo è soggetto ha un chimismo intenso e alternante.
Se da giovane ti interessa così tanto il sesso, è perché in certi momenti hai un eccesso di testosterone… Ugualmente se sei allegro e spensierato è perché ti muovi molto e hai una riserva di endorfine.
Ma come il serbatoio della benzina, anche le molecole che ci fanno stare bene si esauriscono, ed ecco che scatta il senso di disagio. E inizia un nuovo ciclo.
Caro Pasquale, i miei migliori complimenti per la profondità del tuo articolo.
Confermo che a fasi alterne ci si può sentire meno euforici, a volte anche depressi, e le cause che determinano questo cambio di stato d’animo possono essere infinite, però bisogna imparare che questo è perfettamente normale e dopo la notte arriva sempre il giorno.
A determinare questo cambio di stato d’animo spesso influisce anche molto la nostra fisiologia, quindi poco da aggiungere già a quanto da te menzionato.
Vedo persone agiatissime sempre arrabbiate verso il mondo e loro stessi, non sanno apprezzare quello che hanno e sono viziatissime, spesso dipende da abitudini, carattere, ambiente, ma occorre imparare che i momenti tristi sono perfettamente normali … alcuni vecchi dicevano in alcuni momenti ” mangia bevi e fottitene ” questo per dire che non bisogna fare sempre di tutto un problema, e prendere esempio da coloro che sono sempre allegri ed affrontano la vita con molto ottimismo.
A volte le preoccupazioni ci sovrastano, ma questo succede ” a volte” poi con il passare dei giorni esse diminuiscono e spesso svaniscono, poi ne arriveranno altre … basta essere preparati a riceverle … e non fare drammi se arrivano. Ciao un caro abbraccio
Caro Antonio, grazie. Ricambio l’abbraccio.
[…] di trattare della serenità; altre mi hanno chiesto come integrare l’ombra. Ho già scritto come riconquistare la serenità per cui questo articolo su come integrare l’ombra va a completare quello sulla […]
[…] di trattare della serenità; altre mi hanno chiesto come integrare l’ombra. Ho già scritto come riconquistare la serenità per cui questo articolo su come integrare l’ombra va a completare quello sulla […]
[…] Molte volte capita che nonostante non ci manchi nulla, e persino quando ci sentiamo realizzati in tutte e tre le aree della vita – carriera-business, coppia-relazioni e salute fisica e mentale -, e pertanto ci sono tutti i presupposti per essere felici e contenti, sentiamo invece un inspiegabile senso di vuoto interiore e d’intensa solitudine. E finiamo per credere, erroneamente, che dobbiamo procurarci più amore, più rispetto, più potere, più soldi, più beni materiali di ogni genere, aggravando ancora di più il nostro malessere interiore. Purtroppo il successo materiale non va a braccetto con il senso di soddisfazione interiore. […]
[…] Molte volte capita che nonostante non ci manchi nulla, nonostante ci si senta realizzati in tutte e le aree della vita e ci siano tutti i presupposti per essere felici e contenti, si senta invece un senso di vuoto interiore e d’intensa solitudine del tutto inspiegabili. E si finisce per credere, erroneamente, che occorrerebbe avere più amore, più rispetto, più potere, più soldi, più beni di ogni genere, aggravando ancora di più il malessere interiore. Purtroppo il successo materiale non va a braccetto con il senso di soddisfazione interiore. […]
[…] esistono tante persone che pur agendo molto e pur sapendo queste cose continuano a non sentirsi feli… E si, perché il tempo che passiamo a pensare, vuoi o non vuoi, è sempre maggiore del tempo in cui […]
salve…
che mi dice invece di chi si nega la felicita per pure fissazioni??? Mi spiego meglio…sono una persona grata alla vita che ne apprezza ogni singolo attimo e respiro… ho avuto un’infanzia e genitori tutt’ora fantastici,amicizie sincere,fidanzati innamoratissimi e cani e gatti devoti…e da quando sono diventata grande ho capito che il mio scopo nella vita era quello di arrivare a diventare bisnonna! Un desierio irrealizzabile dato che ho paura di fare figli…
Ciao Silvia,
hai detto bene: pure fissazioni, o meglio convinzioni sbagliate, idee errate, pensieri devianti come la paura di fare figli. Con questa bellissima… paura ti sei tagliata tutti i ponti verso un futuro da bisnonna!
Ma sei sicura che sia questa l’informazione giusta? Io ti dico di no. Tu non hai paura di fare figli, hai invece una maledetta paura del futuro! E’ il futuro che ti fotte! E’ il futuro che ti blocca! E’ la paura del futuro che non ti fa diventare né mamma e né nonna!
Ama il tuo futuro, sentilo prezioso ed entusiasmante, vivilo intensamente, eccitati come una ragazzina pensando a quando avrai 40-60-80-120 anni con una ventina di nipoti intorno a te che ti abbracciano e adorano! Insomma, fa’ funzionare la tua immaginazione al positivo, non al negativo!
Stavo per dimenticare la cosa più importante: la tua paura del futuro ti ha distrutto l’eros, il desiderio dell’amore e del sesso! O forse c’è stata qualcosa che ha deviato il tuo eros nella paura del futuro e dei figli? Pensaci un po’ e liberati della tua fissazione!
1abbraccio da nonno

sono delle bellissime parole…ma credo che quello che provo sia piu complicato e particolare nel suo genere…adoro la vita e amo l’amore..ma quello che piu mi blocca per il futuro sono le paure che io mi creo… le mie paure le mie ossessioni sono tutte legate a eventi di cronaca che mi hanno spaventato…racconti di amici…notizie sui giornali…cose vere…che nulla vieta che possano capitare anche a me.
Madri che uccidono figli…ragazzi che si suicidano….ho una paura folle che possa capitare anche a me…e per questo evito.
Questi pensieri che mi passsano in sordina in continuazione nel cervello mi danno un’irrequietezza tale che mi privano di vivere un’esistenza serena..e non so come eliminarli perche non mi rispecchiano!
Carissima Silvia,
hai messo il dito sul punto più importante dello sviluppo personale e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di aiutare tante persone come te che mi scrivono per analoghi problemi e a volte anche peggio.
Sono orgoglioso di avere illustrato bene le differenze tra l’inconscio e il conscio, come pure tra l’emisfero sinistro e quello destro del cervello nel mio saggio “Se vuoi sbloccarti lanciati!” che può essere scaricato gratuitamente dal mio blog a puntate settimanali.
Hai ragione quando dici che gli eventi di cronaca e soprattutto ciò che accade nel nostro circondario ci danno un’irrequietezza che scompagina la nostra serenità in quanto “nulla vieta che possano capitare anche a me”, anche a noi.
Una persona può sentirsi una strega o un mostro, anche senza aver commesso alcun misfatto, a causa di certi pensieri ossessivi che frullano nella sua mente e che non riesce a controllare; a volte si desidera involontariamente che accada una tragedia in famiglia e ce ne vergogniamo senza poter fare nulla per liberarci da questa ossessione.
Tutti problemi interiori, i conflitti, le stesse malattie nascono dalla nostra mancata integrazione dell’ombra.
Cos’è l’ombra? L’ombra comprende quelle parti oscure della nostra personalità che abbiamo rifiutato per paura, ignoranza, vergogna o mancanza d’amore. Quindi l’ombra è tutto ciò che noi non desideriamo essere, compresi i brutti pensieri che ci ossessionano quotidianamente senza una ragione e che a volte scatenano conflitti interiori che sfociano in brutte malattie. I nostri pensieri errati avvelenano letteralmente la coscienza e il corpo perché, pur desiderando con tutte le nostre forze di essere persone migliori, non sappiamo cosa fare.
Questi brutti pensieri che fanno parte della natura umana catturano totalmente la nostra attenzione e, scatenando emozioni e sensazioni troppo forti, escludono totalmente l’emisfero sinistro del cervello, quello razionale, morale e critico, il che spiega perché la rabbia possa trasformarsi a volte in raptus omicida; oppure perché un genitore, a causa di un brutto incontro o di una brutta sorpresa, o di una brutta figura, dimentichi il proprio bambino in macchina sotto il sole per ore e ore… Questo concetto, ossia che le emozioni troppo forti anestetizzano letteralmente la nostra coscienza fino al punto da causare a volte omicidi assurdi, come quello di una madre che uccide il figlio e che la stessa infanticida non sa spiegarsi, non accetta e nega risoltamente, mi sembra che non sia stato ancora compreso dal mondo accademico… Ma non vorrei sbagliarmi.
Dunque, dentro “tutti” noi ci sono istinti atavici bestiali che, essendo stati rimossi dalla coscienza, trovano altri modi subdoli per manifestarsi: uno di questi modi sono i pensieri assurdi… che ci tormentano l’anima perché non sappiamo come liberarcene. Quello che non riusciamo a dominare finisce per dominarci.
Non voglio portarla troppo per le lunghe. Andiamo alla soluzione del problema. Non accettarsi, non accettare questi brutti pensieri che ti fanno sentire un mostro o una strega, focalizzare tutta la propria attenzione sul problema anziché sulla sua soluzione, finisce per tormentarci perché “ciò a cui resistiamo persiste e si rafforza”. Ho già scritto molti articoli sulla necessità di accettare la realtà per risolvere alla radice i nostri problemi interiori e non mi ripeto.
Dunque, non dobbiamo vergognarci e cercare di sbarazzarci di questi pensieri esecrabili e in generale di ciò che non ci piace di noi stessi, ma dobbiamo sforzarci di trovare il lato positivo di questi pensieri assurdi! Insomma, se ti senti una strega o un mostro anche se non hai mai fatto del male a una mosca non è colpa tua, non te ne devi vergognare, non ti devi sentire in colpa, non ti devi rimproverare e lagnare in continuazione… ma devi soltanto capire che in certe circostanze della vita se non sei cinico e risoluto, non riesci a salvarti. A volte è necessario essere una carogna per non soccombere. Pertanto devi dire grazie a questi pensieri….!
I pensieri negativi sono sempre falsi e vanno accettati con comprensione ed amore e rovesciati. E se un giorno ti dovessi svegliare col pensiero assurdo di desiderare che succeda una tragedia in famiglia non ti devi spaventare, perché quel pensiero è nato perché tu ami troppo, ma veramente troppo la tua famiglia e il troppo storpia! Se hai letto il primo step di “Totomizza le tue paure!” che puoi scaricare gratis dal mio blog, sai bene che il troppo e il poco trasformano le virtù in vizio e i pregi in difetti.
Perciò, per esorcizzare il tuo falso desiderio mostruoso pensa subito: “Voglio la più fantastica fortuna per la mia famiglia”.

Silvia, grazie per avermi dato questa ispirazione (e fatto scrivere un altro articolo).
1abbraccio
Ciao Carissimo Pasquale,
sicuramente la saggezza e la consapevolezza aiutano ad avere quel senso di pace con noi stessi per poi arrivare a sentirsi un po’ sereni e sollevati perché la chiavi di tutto ciò è la capacita e il coraggio di saper conoscere e ascoltare la nostra voce interna, le cose che non vanno, il nostro disaggio e le sofferenze che portiamo dentro.. è un lavoro antipatico ma andrà fatto, abbiamo il dovere o prima o puoi di farlo perciò meglio prima che poi almeno possiamo godere di un po’ di serenità alla vecchiaia questa sensazione è il risultato del quanto siamo stati bravi a lavorare dentro di noi e a fare lavorare il nostro cervello..
perciò non serve l’immaginazione positiva o negativa per sentirsi felice.. ma essere consapevole dei nostre limiti e di quello che si vuole ottenere dalla vita e da li possiamo costruisce il nostro obbiettivo tutto questo senza mai perdere il contatto con noi stessi perché la risposta sta dentro di noi..
Un forte abbraccio e buoni feste.
Cara Saloua,
devi sapere che noi pensiamo in continuazione: il cervello non smette mai di lavorare e il suo lavoro è proprio elaborare pensieri, ora belli, ora brutti e spesso neutri. Ad ogni pensiero corrisponde una determinata immagine, non solo, ma anche una determinata emozione nel cuore/sangue e relativa sensazione nella pancia.
Pertanto, pur condividendo le altre cose che saggiamente hai detto, tu non puoi non immaginare perché non puoi non pensare.
Premesso ciò, penso che ti convenga guardare in maniera rosea al tuo futuro, ossia di immaginare/pensare soprattutto cose belle, in maniera ottimistica e positiva, e a prescindere dai tuoi limiti, perché se sei pessimista e pensi a cose brutte, non riusciresti a costruire assolutamente niente di buono e proveresti tanta sofferenza e insoddisfazione anche se sei molto colta e molto saggia.
Insomma, a monte di ogni cosa che ci capita e di come ci sentiamo c’è il nostro modo di pensare al futuro!

1abbraccio
[…] Video ← COME RICONQUISTARE LA SERENITA’ […]
Ciao Pasquale!Finalmente ho risolto il problema.Ho cambiato Browser!
Per 11 anni della mia vita mi sono dato da fare per migliorarmi ma non mi sono MAI chiesto che cosa mi renderebbe felice…Pensandoci di getto ti risponderei una donna che mi desideri,un lavoro dignitoso,una laurea per soddisfazione personale…Saranno queste le cose che mi daranno felicità? Eppure ci sono persone che hanno tutte queste cose e sono infelici lo stesso!!!
Credo che dare delle risposte rapide sia una mossa non saggia.La ricerca della felicità richiede una lunga riflessione.Solo una cosa è certa:guardandomi attorno ci sono persone ridotte in povertà che non hanno una casa e sono condannate alla solitudine…Io fortunatamente un amico ce l’ho,una casa e cibo per sfamarmi ce l’ho! Forse tutto sommato non sono a pezzi come penso!
Il dolore rende solidali ed espande la coscienza.Solo chi ha sofferto si accorge dell’altrui sofferenza.
Mentre chi non ha sofferto e vuole il potere e soldi di solito è sempre sporco e corrotto! Vedi politici,professori universitari,e imprenditori di alto livello…
Ciao!!
Caro Romolo, anche a me explorer non va tanto bene, meglio firefox.
Devi sapere che più ti senti grato per quello che hai e più sei positivo, ottimista e concreto. Chi si lamenta è sempre scontento, insoddisfatto e pessimista. Chi vorrebbe sempre di più… non ha capito niente della vita! Peggio per loro, non ti pare?
1abbraccio
Ciao pasquale ,sono elisa ho letto il tuo post e devo dire che mi ritrovo in molte cose che tu hai scritto, leggo e sento degli argomenti che poi alla fine celano sempre la stessa cosa e cioè la lotta tra il bene e il male sotto ogni aspetto bisogna solo scegliere da quale parte stare.Quando siamo presi da un forte stress o angosciati,depressi ecc. bisogna costruire la propria vita iniziando dalle piccole cose con semplicità.,ritrovare il silenzio della natura come le passeggiate su in montagna che ora offrono dei colori stupendi e ascoltare il canto degli uccelli questo a me mette veramente tanta tranquillita.In questa stagione le spiagge sono deserte e l atro giorno passeggiando sulla riva ho trovato delle conchiglie e le onde del mare rilassavano la mia mente. ecco cosa faccio quando mi sento giu di morale, perchè non ho un lavoro, non mi arredo continuerò a cercare un abbraccio forte elisa.
Ciao Elisa,
fai benissimo a fare le tue passeggiate in montagna o in riva al mare specialmente ora che che non c’è la folla dei mesi estivi. Ma le tue passeggiate mancano di qualcosa di essenziale per renderle veramente proficue.
Allora, mentre passeggi recita mentalmente la parola grazie per circa 15 minuti senza mai stancarti o fermarti. Non pensare al lavoro che non hai, ringrazia invece per tutto quello che già hai, gli affetti, le tue capacità, le tue potenzialità, la tua casa, la tua bicicletta, il tuo cane, i tuoi genitori, i tuoi fratelli, le tue amiche, il tuo corpo, i tuoi occhi, il tuo viso, i tuoi capelli, insomma, ringrazia per tutto ciò che ti viene in mente.
Quando sei ultracarica di gratitudine per la vita e per tutto ciò che hai e ti sentirai molto contenta, devi visualizzare il lavoro che vorresti avere, immaginando vividamente e con forte intensità di essere già all’opera e ti vedi felice e contenta di quello che stai facendo. Visualizzati al lavoro per circa 15 minuti. E dopo che hai immaginato e visualizzato te stessa mentre lavori, e magari ti vedi anche alla fine del mese mentre guardi tutta contenta il tuo listino paga e sei felice per la bella somma guadagnata, secondo te cosa resta da fare ancora per realizzare il tuo desiderio?
Grazie per il commento e per lo spunto.
1abbraccio

grazie! Trovero’ sicuramente il tempo di leggere tutto e continuare a Crescere.
Ha per caso un significato 1 abbraccio con l’uno scritto in cifra o e’ solo un modo per abbreviare?
Per me potrebbe significare ” In unita'”
Cordiali saluti
Elena
Elena, ho soltanto scopiazzato… il simpatico e originale saluto del mio maestro di internet marketing José Scafarelli!
Buongiorno Dott. Pasquale,
ho letto con interesse il suo articolo, sono cose che ho gia’ letto e gia’ sapevo ma sulle quali non
ho mai avuto modo di confrontarmi con nessuno. Ho imparato ormai da molti anni a ringraziare
Dio per tutte le cose belle che ho e che mi capitano e vorrei chiederle un suo parere su quello che
mi capita molto spesso : ad esempio mi capiata di pensare di aver bisogno di una determinata
cosa e quella stessa cosa mi arriva da qualcuno ,quasi in tempo reale o a volte a distanza di poco tempo, senza che quel qualcuno sappia del mio desiderio o del mio bisogno. Mi e’ capitato anche
di avvertire che al mio piccolo stesse succedendo qualche cosa di brutto mentre io ero al lavoro o altrove ( l’ho affidato immediatamente alla Madonna con un “pensaci tu!”, dandomi della sciocca per simili pensieri) e arrivata a casa ho trovato tutte e due le volte il mio piccolo che era scampato
ad un pericolo (una vola ad un coltello mal maneggiato e una volta collassato per un bagno troppo caldo) e anche qui mi sono ritrovata a ringraziare la madonna per avermelo protetto!
Altre volte con altre premonizioni che non sto ad elencare.
Le chiedo sono solo sincronicita’ come si dice o puo’ essere qualcosa di piu’?
Un’altra cosa! Nel suo articolo come in altri di altri autori, si dice che bisogna desiderare molto
le cose che si vogliono ottenere ma nella mia esperienza ho notato che ho ottenuto solo le
cose che ho pensato una sola volta e poi lasciato andare senza ” attaccarmi ” al mio desiderio.
Come dire ,mi serve questa cosa ma solo se’ necessaria che io la ottenga!!
Non sono abbastanza determinata ad ottenere cio’ che voglio o sbaglio qualche pasasggio?
P:S scusi la punteggiatura messa forse a casaccio ma conto sulla sua bonta 🙂
P.P.S: Non ho ancora avuto il tempo di leggere il suo regalo totomizza le tue paure , lo faro’ al piu’ presto e le faro’ sapere le mie impressioni
Grazie
Elena
Ciao Elena,
le tue doti sono l’effetto miracoloso dell’atto del ringraziare al quale ti sei ormai abituata, per cui attiri le cose che effettivamente ti servono senza sforzo e senza bisogno di metterle x iscritto e di appiccicare i bigliettini qua e là. Se tu desiderassi anche le cose di cui non hai bisogno perderesti le tue virtù, ma chi è abituato ad essere grato non corre questo pericolo.
Quanto alle premonizioni sono anch’esse l’effetto della gratitudine che ti conferisce una grande pace interiore, per cui i tuoi due emisferi cerebrali sono in perfetta sintonia, non si fanno la guerra tra loro come avviene nella maggior parte dei casi… e quindi tu hai una grande intuizione.
L’omaggio relatvo a Totomizza le tue paure riguarda solo il primo step, ma ce ne sono altri 4 altrettanto importanti e fondamentali per la crescita della propria consapevolezza e della propria chiarezza interiore.
1abbraccio
ciao Pasquale, è la prima volta che ti scrivo, pur leggendo con molto interesse i tuoi articoli.
Hai perfettamente ragione nella tua analisi, conosco pure io un sacco di persone che apparentemente dovrebbero essere felicissime, perche hanno realizzato grossi traguardi professionali o personali…ma che al contrario, sono “piatte” come le definisco io, ovvero prive di quella gioia di vivere, propria di coloro che appunto invece che vivere..subiscono la vita..e gli eventi.. Si potrebbe in maniera molto semplice arginare il problema con : ok, ma non siamo tutti uguali. Ma io penso che in realtà, tutto dipende dal nostro carattere, dalla nostra formazione di base, che è quella che fa la differenza. E attenzione che non mi riferisco solamente agli studi intrapresi, ma soprattutto all’ambiente in cui l’individuo si forma e cresce, che si puo’ ritenere responsabile per almeno il 50% della formazione futura di quella persona e di come si comportera’ nella società e nei confronti della vita stessa.
L’educazione ricevuta, l’ambiente in cui viviamo (e cresciamo), gli studi fatti, gli interessi acquisiti sono tutte facce della stessa medaglia alla fine, che ci dovrebbero consentire di migliorarci, ma al tempo stesso di acquisire la consapevolezza che tutto quello che siamo e/o otteniamo lo si percepisce con i nostri sforzi e il nostro lavoro e impegno, per cui dovremmo imparare ad apprezzare, passo dopo passo, i nostri successi. Ma non tutti lo sanno fare, anche perche molti,a mio avviso, fanno l’errore, di associare in maniera automatica il risultato all’impegno profuso, e non riescono così a percepire il “traguardo”, scalino dopo scalino, con una completa assenza di entusiasmo che è quella che produce proprio quel tipo di vita “piatta” e sconfortata.
Ciao Tiziana,
grazie e benvenuta su questo blog! Dici bene: “Ma io penso che in realtà, tutto dipende dal nostro carattere, dalla nostra formazione di base, che è quella che fa la differenza”. E ancora “… acquisire la consapevolezza che tutto quello che siamo e/o otteniamo lo si percepisce (conquista) con i nostri sforzi e il nostro lavoro e impegno, per cui dovremmo imparare ad apprezzare, passo dopo passo, i nostri successi. Ma non tutti lo sano fare….”.
Vieni a trovarmi più spesso!
1abbraccio
Carissimo Pasquale,
Grazie dell’articolo..ottima scelta..
sicuramente quello della felicità e serenità è un tasto al quanto sottile e complesso, ma non è impossibile sta tutto da come vengono introdotti i nostri punti di vista al cervello per poi metterli in atto…ecco io sono dell’idea che non bisogna associare il successo e la realizzazione sia affettiva che materiale alla serenità ossia che sono i mezzi che devono per forza condurre
alla felicita e a la serenità sono due argomenti del tutto diversi tra loro ma entrambi importante e necessarie per il nostro equilibro psicofisico…per quanto la
realizzazione lavorativa e la soddisfazione che si ottiene da esso, è solo frutto del nostro impegno e della nostra ambizione, c’è da dire anche che parte tutto da un
meccanismo esterno, che prima o poi ci porta in pista a mettersi in gioco per costruire sia il nostro futuro e che la vita sociale…purtroppo è qui, e lungo questo tragitto che perdiamo di vista il contatto con il nostro inconscio quella parte di noi a cui pretendiamo il massimo del risultato senza mai fermarsi a guardarsi dentro..è solo li che possiamo scoprire la serenità solo a traverso il confronto, la riflessione e l’accettazione della realtà delle cose non per come sembrano ma per quelle che sono veramente.. ecco la parola giusta come hai detto tu è quanto siamo stati bravi ad allenare il nostro cervello a mettersi in discussione e ad accettare sia il successo che l’insuccesso e cosi via e questo dovrebbe essere parallele con il nostro desiderio della realizzazione personale… ci sarà molto da dire su questo argomento…
Grazie mille, un abbraccio.
Ciao Saloua,
hai ragione quando scrivi che “sicuramente quello della felicità e serenità è un tasto al quanto sottile e complesso…”. Giustissimo: “…non bisogna associare il successo e la realizzazione sia affettiva che materiale alla serenità…” E ancora: “…ecco la parola giusta come hai detto tu è quanto siamo stati bravi ad allenare il nostro cervello a mettersi in discussione e ad accettare sia il successo che l’insuccesso…”.
Grazie Saloua, siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
1abbraccio
